VALSAMOGGIA – BAZZANO (Bologna) – La tradizione vuole che a primavera arrivino gli streccapògn, una delle prime erbe selvatiche commestibili che offre la natura. C’è ancora qualche persona, che in questa stagione camminano nei campi o lungo le carreggiate con la schiena curva e gli occhi intenti a scrutare nell’erba. Sono soprattutto di anziani con un coltellino in una mano e una borsa o un cesto nell’altra, alla ricerca dei radicchi selvatici. Il loro nome botanico è Crepis Vesicari, ma in Emilia sono meglio conosciuti con i nomi dialettali di streccapògn, ma anche pòte, o radicèli, soprattutto in Appennino. Attenzione però a non confonderli con altre erbe come il tarassaco o “piscialetto” dai fiori gialli. Nel caso di errore, però, niente paura, entrambe le erbe sono commestibili, diuretiche, disintossicanti, dal gusto amarognolo.
Questi radicchi selvatici possono essere consumati sia freschi, che bolliti. Gli esemplari più piccoli e teneri sono ottimi condirti in insalata con olio e aceto balsamico tradizionale di Modena, volendo anche con aggiunta di uova sode.
Per chi vuole invece creare un piatto un po’ più elaborato, le preparazioni possono essere diverse, ma tutte ugualmente semplici e gustose.
Un esempio: si lavano e si puliscono per bene gli streccapògn, lasciando una piccola parte dura della radice. In una padella sul fuoco si mette un po’ di olio e uno spicchio di aglio. Quando l’aglio è rosolato, si toglie dalla padella, si aggiungono gli streccapògn e si lasciano cuocere a fuoco lento per un paio di minuti. Quando sono ammorbiditi, si aggiunge, se occorre, un goccio di acqua calda. Intanto in un’altra padella si fa rosolare della pancetta tagliata a dadini.
Quando la pancetta è pronta si toglie, si mette da parte. Nella stessa padella si fa cuocere un uovo, strapazzandolo.
Per servire questo piatto si dispongono sul fondo prima gli streccapògn ammorbiditi e sopra va disposta la pancetta e l’uovo strapazzato. Il tutto viene poi accompagnato da qualche goccia di aceto balsamico tradizionale di Modena dop e volendo due fette di pane abbrustolito.
Questo piatto può essere preparato anche senza ammorbidire gli streccapògn. Lasciateli freschi come insalata e adagiandoli sul piatto conditi con olio extravergine di oliva, sale e aceto balsamico tradizionale di Modena dop.
Uova strapazzate, pancetta e streccapògn, freschi o ammorbiditi in padella, sono un piatto della tradizione emiliana, cucinato con ingredienti che si trovavano facilmente nelle case contadine: erano abbastanza economici, ma insieme riuscivano a creare sapori complessi e irripetibili.
Oggi questo piatto, anche per la difficoltà di reperire la materia prima (streccapògn) raramente viene cucinato in casa e altrettanto raramente si trova nei menù di osterie e ristoranti.
Eccezione è La Zaira, enoteca con cucina: pochi tavoli in un piccolo locale nel centro storico di Bazzano, Comune di Valsamoggia, a metà strada tra Modena e Bologna. Assaggiare gli streccapògn a primavera da La Zaira è come riaprire la pagina ingiallita di un vecchio libro della “cucina della nonna”. Provare per credere. Consiglio un accompagnamento con vino Rosso di Montalcino.
Enjoy.
Miria Burani ©