NEW YORK (Usa) – Ecco il mio Ferragosto in Central Park, un polmone verde nel cuore della città; un parco grande, anzi grandissimo. Il perimetro misura circa 9,6 km; in pratica si estende per 4 km da nord a sud e 800 metri da ovest a est, complessivamente oltre 360 ettari. Si va dalla 59th, la South Central Park, alla 110th Street. ferragosto in central park

Quando si entra in Central Park e si ci lascia alle spalle il traffico caotico, tutti i rumori si attutiscono e sembra di entrare come in una bolla verde, in un mondo magico dove gli alti grattacieli di Manhattan fanno solo da fondo.

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Per girare Central Park a piedi è consigliabile dotarsi di piantina: è possibile scaricala da internet, ci sono diversi i siti che la propongono, ma se vi foste dimenticati, potete trovarla può trovare anche sul posto: in qualsiasi albergo di New York oppure all’interno dello stesso Central Park.

Munitevi inoltre di scarpe comode e di un abbigliamento confortevole e di tanta curiosità. L’esperienza sarà unica. E lo è stata anche per me, per questo Ferragosto in Central Park.

Central Park è un’isola di tranquillità, divertimento, arte, sport e cultura, tutto insieme e un giorno non basterà mai per visitarlo tutto. Nel parco, ogni angolo è una sorpresa e ogni giorno cambia, non è mai uguale a se stesso.

Si può praticare sport, partecipare a visite guidate, visitare mostre, osservare spettacoli o più semplicemente perdersi nella natura e osservare persone e animali,  ma anche semplicemente sedersi su una panchina per rilassarsi e meditare negli spazi come Conservatory Garden, Shakespare Garden e Turtle Pond. Per crearvi un programma personalizzato su cosa fare a Central Park e per conoscere il calendario degli eventi potete consultare questo sito.

Ma il Ferragosto in Central Park significa anche fare un bel pic nic, come è nella tradizione dei newyorkesi.

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Le aree migliori per un pranzo o uno spuntino all’area aperta sono tante. Tra queste Sheep Meadow, Great Lawn o Great Hill che è anche l’unica area del parco dove si trovano dei tavoli da picnic.

Miria Burani ©