VILLA FLORA – Il progetto Paradise continua e ritornano le galline felici nel garden. Allestire e un pollaio in giardino non è difficile. Ecco come farlo. Attualmente l’allevamento del pollame è andato in disuso, ma un tempo, nelle famiglie emiliane, il pollaio, come del resto l’orto, erano giurisdizione incontrastata della rezdora. La reggitrice della casa presidiava il buon andamento delle attività domestiche e si adoperava per contribuire alle finanze della famiglia, sempre molto numerosa.
Le uova come moneta di scambio
Le uova erano uno dei prodotti che le donne sapientemente controllavano. Utilizzavano in cucina quelle in numero indispensabile per preparare la sfoglia, le minestre e qualche dolce domenicale. L’eccedenza veniva portata al mercato, venduta ad amici e conoscenti o scambiata con altri prodotti. Le uova erano dunque una “preziosa”, e allo stesso tempo “povera”, merce di scambio. Poi, siccome un tempo anche le uova avevano la loro stagione si doveva aspettare che la gallina seguisse il suo ciclo naturale. Dopo una primavera e un’estate di produzione, in autunno le uova cominciavano a scarseggiare e si doveva provvedere diversamente.
Un antico metodo per la conservazione delle uova
Per la conservazione si provvedeva con metodi semplici, vagamente alchimistici. Bastavano una damigiana, acqua e calce. La damigiana era solitamente piccola, di vetro, con la bocca larga, per consentire di svolgere agevolmente le operazioni. Il recipiente aveva poi un rivestimento esterno di vimini intrecciato, provvisto di due manici laterali. Per màtter i òv in calzèina (mettere le uova nella calcina, veniva preparata una miscela di quattro parti di acqua e una parte di calce viva.
La calce viva però doveva “spegnersi” per bene. Per questo il composto veniva lasciato riposare per un giorno, prima di poterlo versato sulle uova, che, nel frattempo, erano state sistemate con cura all’interno della damigiana. Le uova da conservare erano quelle deposte da galline allevate senza il gallo e quindi non fecondate. Il bianco di calce creava una pellicola attorno al guscio e permetteva di mantenere le uova per una durata di 5 o 6 mesi. Era il tempo sufficiente affinchè si arrivasse alla primavera successiva e riprendesse il naturale ciclo produttivo. Queste uova non potevano però essere messe in commercio, ma dovevano unicamente essere consumate in famiglia.
Galline felici nel garden
Un tempo il pollaio era situato dietro la casa rurale, ma anche, fino agli anni Settanta, in qualche giardino dei centri cittadini. Il pollaio consisteva principalmente in un recinto di rete metallica all’interno del quale era situato un ricovero per la deposizione delle uova.
Le ultime tendenze sulla salubrità e sulla genuinità degli alimenti stanno rispolverando questa pratica. Gestire un pollaio in giardino per avere tutti i giorni uova fresche non è difficile. Basta seguire alcuni puntuali accorgimenti e semplici raccomandazione. Per saperne di più.
Miria Burani ©