IL PARADISO – La patarlenga è la bacca della rosa canina, molto abbondante nelle terre del Paradiso, con le quali Casa Coirniola produce una raffinata confettura, molto pregiata e ricca di proprietà benefiche. Ne basta un cucchiaino a colazione per sentirsi tonificato e fare il pieno di vitamine che dura tutta la giornata.
Non c’è rosa che non diventi patarlenga. In altre parole, la bellezza è effimera, come la rosa, che dopo la splendida fioritura, perde i petali e con il passare delle settimane, si rigonfia il frutto: una bacca rossa che viene appunto chiamata patarlenga.
Il termine è molto antico e la tradizione vuole che per essere mangiata, deve essere avvizzita dal gelo, altrimenti è troppo aspra e allappa la bocca e i denti.
La patarlenga e la sua confettura
Un tempo nelle campagne emiliane, le rezdore più pazienti ne facevano una marmellata molto ricercata. Il lavoro era certosino perchè la bacca, già molto piccola, doveva anche essere pulita bene dai filamenti e dai semini interni. Al termine dell’operazione un chilo di patarlènghe si riduceva ad un quarto di sostanza utile per essere trasformata in confettura.
Per la preparazione si metteva sul fuoco la buccia e e la polpa e iniziava la cottura che proseguiva per una mezz’ora circa. Terminato questo tempo, si passava tutto al setaccio per togliere gli ultimi semi e si riportava poi sul fuoco a cuocere ancora con l’aggiunta di zucchero.
Con le paterlenghe si poteva preparare anche un liquore mettendo in infusione per un mese le patarlenghe in alcool, dopo di che si filtrava bene il tutto per renderlo trasparente e si mescolava con uno sciroppo preparato con 1 litro di acqua e 1 chilo di zucchero. Qualcuno aggiungeva anche a discrezione e gusto personale, alcuni aromi come vaniglia o anice stellato.
La patarlenga e gli altri prodotti
C’era poi chi preparava una grappa di patarlenga eliminandone la buccia e mettendo la polpa a macerare con la grappa per circa un mese, agitanto il contenitore di tanto in tanto. Trascorso questo periodo si filtrava il tutto e dopo tre mesi la grappa così aromatizzata poteva essere gustata.
Oggi queste preparazioni non sono più di uso comune. Le patarlenghe non vengono più raccolte e mangiate, ma sono usate piuttosto come decorazione per il periodo di Natale.
A Casa Corniola abbiamo riscoperto questa tradizione. Nel Paradiso, durante l’autunno e l’inverno raccogliamo le patarlenghe delle rose canine. Con la ricetta tradizionale delle nostre nonne prepariamo infine la confettura di rosa canina.
Enjoy !
Miria Burani ©