Per San Martino castagne e vino, recita il detto. Fra le tante tradizioni contadine, quella legata a San Martino, 11 novembre, era una delle più sentite. Era il momento in cui terminavano i lavori in campagna; si chiudeva un ciclo e si iniziava il riposo invernale. Per qualche famiglia era tempo di trasloco, perchè i contratti di affittanza e mezzadria, non seguivano l’anno solare, ma l’annata agraria e terminavano proprio il giorno di San Martino. “Fare San Martino” significava infatti traslocare, cioè caricare le masserizie su un carro e lasciare la casa per trasferirsi in un nuovo podere.
La festa di San Martino è comunque la festa per eccellenza in cui la tradizione vuole che si assaggi il vino nuovo, accompagnandolo con le castagne, castagne bollite o caldarroste, ma anche con preparazioni tipiche a base di farina di castagne. Tra queste ci sono la polenta di castagne, il castagnaccio o i ciacci, detti anche necci e le frittelle.
I fritlòz della nonna
In un rigurgito nostalgico, pensando alla mia infanzia, mi sono venute in mente le frittelle di farina di castagne, che dalle mie parti chiamano friteli o fritlòz. Li cucinava la mia nonna materna nel periodo che andava da San Martino, per finire la “vecchia” farina di castagne rimasta in dispensa in e dare spazio a quella “nuova” in fase di produzione, fino al martedì Grasso, ultimo di Carnevale, giorno deputato per dolci e frittelle di ogni genere.
I fritlòz non mi piacevano. Per me bambina, il loro gusto era troppo particolare. Ora invece, anch’io nonna, li adoro. Ecco quindi che a San Martino, ho iniziato la mia personale, domestica, saga dei fritlòz.
La ricetta
La ricetta dei fritlòz è molto semplice. Farina di castagne e acqua, come nelle semplici preparazioni della cucina di un tempo, alle quali, con un particolare stato di benessere economico, si sono poi aggiunti uva sultanina, zucchero e, piacendo, anche pinoli.
Dosi per 4 persone:
400 gr. di farina di castagne
75 gr. uvetta sultanina
50 gr. di zucchero
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
100 gr di strutto o di olio di semi per friggere
zucchero a velo
acqua quanto basta
50 gr. di pinoli (facoltativo)

In una terrina impastate la farina di castagne con l’acqua tiepida necessaria, un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva, lo zucchero, l’uvetta sultanina precedentemente ammollata in acqua tiepida e strizzata. L’impasto deve risultare molto morbido, quasi una specie di crema.
Lasciate riposare il composto per almeno mezz’ora, meglio un’ora, nella terrina coperta da un canovaccio.
Preparate quindi la padella per friggere. Un tempo si usava prevalentemente lo strutto, in tempi odierni, invece, viene preferito l’olio.
Quando lo strutto, o l’olio, sono ben caldi, versate a cucchiaiate il composto nella padella in modo fa formare delle frittelle dello spessore di circa 1 centimetro e del diametro di circa 10.

Fatele cuocere prima da un lato e poi dall’altro per un paio di minuti.
Togliete le frittelle dalla padella e posatele su un foglio di carta gialla o di carta da cucina per assorbire l’unto in eccesso.
Servitele ancora calde, ma sono molto buone anche fredde, spolverizzandole con abbondante zucchero a velo.
Note. – All’impasto cremoso, prima della frittura, possono essere aggiunti anche dei pinoli, mentre al momento di servire, c’è chi lascia cadere sulla superficie delle frittelle qualche goccia di liquore Sassolino o di Sambuca, prima di spolverizzare con lo zucchero a velo.

Enjoy!
Miria Burani ©